Un dono per il duomo di Pavia – restauro cripta bramantesca
La cattedrale, costruita su progetto di Leonardo e Bramante a partire dal XV secolo, è stata riaperta nel 2012 dopo imponenti lavori di consolidamento.
Far bella questa casa di Dio, che è anche una grande opera d’arte, è un merito per la persona e per la comunità.
La Chiesa Madre, casa della città e della comunità diocesana, attende il completamento dei restauri e la piena funzionalità.
Per i lavori in corso nella cripta occorrono circa 200.000,00 euro.
Puoi partecipare con la tua offerta e, se vuoi, puoi anche essere iscritto nel “registro” dei benefattori.
COME DONARE CON BONIFICO BANCARIO
Beneficiario: Diocesi di Pavia – Ramo ONLUS UBI – Sede di Pavia IBAN: It43 M031 1111 3000 0000 0048 000
causale di versamento: Restauro conservativo di sei cappelle gentilizie della Cattedrale
Beneficiario: Parrocchia di S. Maria Assunta e s. Stefano nella Cattedrale
Banca Popolare di Sondrio, Agenzia 1 di Pavia IBAN: IT42 Y056 9611 3000 0000 2285 X85
causale di versamento: A sostegno della attività istituzionale
BENEFICI FISCALI
Per versamenti a Diocesi di Pavia – Ramo ONLUS
Se PERSONE FISICA
la donazione può essere (alternativamente):
- detratta dall’IRPEF per il 26% dell’importo fino ad un importo massimo annuale dì 3o.ooo euro (Art. 15, DPR 917/86);
- dedotta dal reddito per un importo non superiore al 10% del dichiarato e comunque nella misura massima di 7O.000,00 euro annui (Art. 14, DL 35/2005 convertito in legge 80/2005 e successive modifiche).
Se IMPRESA
La donazione può essere (alternativamente):
- dedotta dal reddito per un importo non superiore a 3o.ooo euro o al 2% del reddito d’impresa dichiarato (art.100, DPR 917/86);
- dedotta dal reddito, per un importo non superiore al 10% del dichiarato e comunque nella misura massima dì 7o.ooo,oo euro annui (art. 14, DL 35/2005 convertito in legge 80/2005 e successive modifiche).
per versamenti alla parrocchia
Se IMPRESA
la donazione può essere dedotta dal reddito per un importo fino al 2% del reddito d’impresa dichiarato
(art. 100, DPR 917/86).