Giornata Nazionale del Ricordo

Pubblicato giorno 17 settembre 2018 - Eventi in Cattedrale, In home page

Cattedrale di Pavia, 16 settembre 2018.

Ore 11 Messa celebrata per tutte le vittime delle guerre e della violenza da Don. Ernesto Maggi.

Il Prof. Dino Reolon al termine tiene la seg. Orazione.

È giornata veramente luminosa oggi e ogni anno la nostra città è qui, presente, accorata, consapevole dei suoi contenuti e delle sue sollecitazioni. Ancora una volta a nome dell’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra desidero esprimere il segno della nostra gratitudine a Pavia e a tutte le personalità che la rappresentano nei suoi valori di civiltà. Con profonda convinzione sento di dover usare il linguaggio solenne di un grande “prefatio” antico, che nell’austerità dell’idioma latino, invita ad elevare i cuori (sursum corda) per ringraziare il Signore Iddio. Davanti alla sua grandezza infinita scioglie un suo canto di gloria: “Vere dignum ed justum est, eaquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere”. Sì, o Signore, “è veramente cosa degna e giusta, conveniente e salutare che sempre e dovunque noi ti ringraziamo”, perché tu ci offri l’occasione straordinaria di questi momenti. Qui la nostra natura di figli di Dio si esalta in piena consapevolezza e la nostra storia s’illumina del bene immenso che si ispira al tuo cuore benedetto. Sì, è cosa degna ringraziarti, perché la memoria del bene ricevuto solidifica la nostra dignità di figli, creati a tuo a immagine e somiglianza. E per questo è giusto che il nostro cuore trabocchi di gratitudine e l’indifferenza non lasci nello squilibrio la tua grandezza accanto alla nostra povertà di sentimenti. Ringraziarti ha una motivazione toccante: tanti fratelli hanno sacrificato sé stessi in passato dentro le crudeltà della guerra, per assicurarci un avvenire più sereno. Ed è opportuno, dunque, è conveniente (aequum est) che l’uomo dia consapevole di avere in Dio il suo grande bene, un bene che lo ripaga di tutte le ingiustizie. Ed è quindi per lui salutare, quasi un’apertura di salvezza finale riconoscere la sua bontà, il suo amore di Padre pronto a immolarsi sulla meravigliosa ignominia della Croce.

Grazie, Pavia! Tu oggi ci parli attraverso l’eco dei secoli, dove risuonano le voci di colore che ti hanno amata, quelle di S. Agostino e di Severino Boezio seduti accanto alla consolante focolare della filosofia, quella di Paolo Diacono grande storico di un popolo passato dall’oscurità della barbarie alla luminosità della fede in Cristo, quelle dei grandi studiosi del suo Ateneo. Ma avvertiamo anche la dolcezza di voci più vicine e più care come quelle di Cesare Angelini, di Faustino Gianani e di tutti i tuoi grandi vescovi. Noi ti amiamo, Pavia, perché sei città di vasti orizzonti, che questa tua grande cupola simboleggia in armonia. Insieme oggi ravviviamo la fiducia che mai più si ripetano gli sconvolgimenti del passato ma rifiorisca nell’uomo il grande amore per la pace, per l’accoglienza, per il rispetto istintivamente radicato nella nostra natura razionale.

Liberaci, o Signore, dall’insicurezza, dalla disorientante confusione dei tempi, saldi nella certezza che la violenza è una voce senza speranza e che la memoria dell’uomo è fragile e muta e spesso senza echi d’amore. Spesso invece a nostra grandezza sta nel saper dimenticare: dimenticare i sentimenti e gli impulsi contorti, i soprusi umilianti e le voglie di rivalsa, per saper stroncare decisamente il sopravvento dell’odio. Ne siamo certi: Sì, o Signore, “è veramente cosa degna e giusta, conveniente e salutare che sempre e dovunque noi ti ringraziamo”, per tutti quelli che hanno reso immensa la loro natura, sacrificandosi per noi su un altare che tu hai straordinariamente nobilitato. Vere dignum, vere justum est, vere aequum, vere salutare, Domine, Jesus!